Era il 1946, la guerra era appena finita, soldi nulla e distruzione dappertutto. Il passaggio e gli strascichi della guerra erano ovunque. Anche le nostre campagne erano disseminate di mezzi, di camion e camionette militari colpiti dalle bombe e abbandonati.

Luigi era ingegnoso. Prendeva questi catorci, tagliava, scartava pezzi, assemblava, tanto da trasformarli in furgoncini adatti ai piccoli artigiani. Cosi, con pezzi vari, ha costruito anche il suo primo carro attrezzi, che per anni è stato l’unico nel raggio di 100 chilometri.

Tutto era iniziato nella sua cantina – garage di Sedriano, li riparava le poche auto dei signorotti dell’epoca. Però, pensava anche a come dare i mezzi di trasporto ai piccoli artigiani, in modo che anche l’economia si potesse rimettere in moto.

Gli anni passavano e il lavoro aumentava. la micro cantina – garage non bastava più, così, nel 1951, fece il grande passo. Aveva comprato un pezzo di terra in un posto deserto ( dove siamo ancora oggi), ma allora era proprio un “finistere” (dove finisce la terra). circondato dal nulla e, il sabato e la domenica, con l’aiuto di qualche muratore, si costruì la casa e un’ officina di 100 mq.

Gli anni correvano, con mamma Valentina che si divideva tra famiglia e stipendi, con i soldi che non bastavano mai. Gli anni correvano e i miei genitori “generavano”. Nel 1950 era nato Giuseppe (prematuramente mancato a soli 49 anni), nel 1959 sono nato io Enrico, nel 1964 Gianmarco.

Noi vivevamo la carrozzeria! io ho studiato chimica nucleare al Cannizzaro di Rho e nel 1978 sono entrato come operaio in azienda, Il dogma di mio padre ” Niente privilegi” pei i rampolli. Quindi io, operaio alla pari degli altri, anche meno degli altri, ero l’ultimo dei garzoni.

Nel 1981 arriva in azienda mio fratello Gianmarco, perito elettrotecnico, anche per lui gavetta per poi diventare verniciatore provetto.

Nel 1981 ho convinto mio padre a lasciarmi spazio: ho ottenuto di poter sistemare una roulotte in cortile, li almeno avevo la giusta tranquillità per fare i conti e per ricevere i clienti, affiancato dall’ altro mio fratello Giuseppe, Lui lavorava come chimico nucleare all Agip e appena poteva mi aiutava, e tanto, in amministrazione. Anchw lui ha fatto molto per l’azienda.

…intanto la piccola impresa cresceva Luigi faceva due macchine al mese e lo impegnavano tutto il mese, dandogli da vivere e la possibilità, in seguito, di assumere due operai. Noi oggi se non facciamo almeno 125 auto al mese iniziamo a preoccuparci. Anni fa per rimettere a nuovo un’ auto occorrevano dalle 150 alle 200 ore. Oggi un’ auto che supera le 20 ore di lavoro viene definita ” gravemente danneggiata”.

Il boom economico aveva dato un’ auto a famiglia e quindi anche il “parco macchine da curare” aumentava! le auto in circolazione erano tante, erano uno status symbol.

Dal 1983 al 1990 mio padre, sempre presente e supervisiore, ha potuto constatare la serietà e la professionalità dei suoi figlio, tanto da autorizzare l’ampliamento dell’ azienda, costruendo con gradi sacrifici un capannone di 700 mq: impressionante all’epoca! Anche se forse avevamo scelto anni sbagliati per l’ investiemento, la crisi economica si insinuava, l’inflazione era altissima. Chiedere prestiti era una follia: la banca chiedeva interessi fino al 22%. Sono stati anni durissimi e “tenere in piedi” l’ azienda è stato davvero difficile, almeno fino al 2003.

Oggi il capannone e gli uffici occupano un’ area di 1600 mq. E anche noi siamo cresciuti: 16 persone lavorano in carrozzeria.

Rivedo ancora mio padre… ancora qui. Lui è sempre stato il supervisore, fino a 86 anni (è mancato il primo agosto 2010) Negli ultimi tempi non guidava più, faceva fatica a camminare… pero’ dovevo andare a prenderlo perchè lui “doveva visionare, verificare, controllare”.

Dal 2012 in Carrozzeria è arrivata in blocco la Terza Generazione. Mio figlio Stefano che dal 2010 al 2012 ha fatto gavetta in officina ed oggi è responsabile commerciale. L’altro mio figlio Gabriele ha fatto gavetta in officina.. da li non si scappa! oggi responsabile amministrativo. Alberto, figlio di Gianmarco ha lasciato l’università per dedicarsi all’ officina, gli piaceva troppo! Lui un genio dell’ automobile sa tutto sulle macchine.

I tre ragazzi in quattro anni hanno fatto il triplo di quanto fatto nelle precedenti generazioni in 40 anni.